Franklin: il discorso di padre Abramo


Benjamin Franklin è uno dei più significativi personaggi degli inizi della storia degli Stati Uniti d’America. Vive nel Settecento - nasce a Boston nel 1706; muore a Filadelfia nel 1790 - e si distingue per la sua versatilità e l’ampiezza dei suoi interessi. E’ stato un uomo d’affari oltre che inventore, scienziato, giornalista, uomo politico ed ambasciatore a Londra e a Parigi.
E’ stato anche tipografo ed editore e negli anni fra il 1732 ed il 1758 pubblicò un giornale intitolato “Poor Richard’s Almanack”, cioè l’Almanacco del Povero Riccardo. La pubblicazione era una raccolta di raccontini, proverbi, discorsi su argomenti svariati, espressi in forma piana e diretta: raccolta che riscosse un gran successo nelle colonie americane e non solo in quelle.
Dagli articoli di Franklin emerge bene la mentalità americana, in particolare quella delle colonie del nord, punto di approdo nel ’600 soprattutto di colonizzatori di fede puritana, che in America erano giunti per vivere in un modo nuovo: professando liberamente la religione scelta secondo la coscienza di ciascuno e lavorando attivamente per accumulare ricchezza per sé e per la propria famiglia.
La laboriosità e il senso di responsabilità, accompagnati da uno stile di vita semplice, se non austero, sono i valori che si presentano regolarmente nei consigli di Franklin, come leggiamo in questi brani tratti da un articolo del 1757 intitolato “Il Discorso di Padre Abramo”.

Il discorso di padre Abramo
“Gentile lettore, ho sentito dire che nulla dà a un autore tanto piacere quanto scoprire che i suoi lavori sono citati con ossequio da altri competenti scrittori. Raramente ho avuto questo piacere perché, pur se io sono stato…- se posso dirlo senza vanità - un illustre autore di almanacchi, gli scrittori del mio stesso genere, non so per quale motivo, sono sempre stati molto avari con gli elogi; e non c’è stato nessun riguardo nei miei confronti così che, se i miei scritti non mi avessero garantito una certa concreta rimunerazione, il grande vuoto di consenso mi avrebbe decisamente scoraggiato. Poi sono giunto alla conclusione che è il pubblico il miglior giudice del mio valore, infatti compera i miei componimenti…..
Giudicate dunque quanto io sia stato rallegrato dall’episodio che sto per raccontarvi.”

Fin dalle prime battute notiamo subito un aspetto molto americano: il profondo senso pratico. Franklin si meraviglia un po’, ma non si dispera per la scarsa considerazione mostrata dagli altri scrittori; è invece molto interessato alla “concreta rimunerazione” che i suoi articoli gli hanno garantito.

Narrazione dell’episodio
“Qualche tempo fa fermai il cavallo in un luogo in cui era riunita molta gente per una vendita all’asta. Non era ancora scoccata l’ora della vendita, tutti stavano discutendo dello squallore di questo nostro tempo e uno si rivolse ad un vecchio aperto e leale, con i capelli bianchi: - Per favore, padre Abramo, che dici tu di questi tempi? Non pensi che le pesanti tasse rovinino completamente il paese?…Che ci consigli di fare? -
Padre Abramo si alzò e rispose: - Se volete la mia opinione ve la darò alla svelta perché basta una parola ad una persona saggia e molte parole non riempirebbero uno staio (strumento per misurare quantità di cereali), come dice il povero Riccardo. -”

Eccoci al fatto che fa inorgoglire Franklin: questo padre Abramo, considerato il saggio del paese, distribuisce consigli citando continuamente gli aforismi del povero Riccardo.

Considerazioni sulle tasse e altro
“…Il vecchio continuò: - Amici e vicini, disse, le tasse sono certo molto pesanti e se quelle imposte dal governo fossero le sole da pagare potremmo farlo facilmente; ma ne abbiamo molte altre, e molto più pesanti, per alcuni di noi. Noi siamo tassati due volte di più dalla nostra pigrizia, tre volte di più dal nostro orgoglio e quattro volte di più dalla nostra follia; da queste tasse i commissari non possono dispensarci né possono consolarci con uno sconto. In ogni modo prestiamo orecchio ai buoni consigli…: aiutati che Dio ti aiuta, come dice il povero Riccardo nel suo almanacco del 1733 -……
(continua padre Abramo) - La pigrizia tassa molti di noi ben più del governo. L’ozio, favorendo le malattie, accorcia molto la vita. L’ozio, come una ruggine, consuma gli abiti più rapidamente di quanto non faccia il lavoro; la chiave spesso usata è sempre lucida, come dice il povero Riccardo. -”

Siamo giunti ad un punto interessante: i coloni americani della metà del ‘700 sono esasperati dalle pesanti tasse imposte dalla madrepatria, l’Inghilterra, che seguendo una politica propria dell’epoca, il mercantilismo, non esita a fare delle colonie americane una fonte da cui prelevare denaro in continuazione. L’economia delle colonie deve soprattutto andare a vantaggio dell’economia del regno inglese. Ma interviene padre Abramo che, pur riconoscendo l’esosa tassazione della madrepatria, mette in guardia i buoni coloni da altri pericoli: la pigrizia, l’ozio, l’orgoglio - e ci mette anche la follia - sono i veri nemici dei bilanci domestici, peggiori della stessa Inghilterra.
A dire il vero, senza negare la saggezza del vecchio Abramo, i coloni americani sono già quasi giunti ad un punto di rottura con l’Inghilterra: manca qualche decennio al fatidico 4 luglio 1776, data della dichiarazione di indipendenza delle colonie americane dalla madrepatria. I coloni sanno che l’ozio è il peggiore dei vizi, ma per liberarsi definitivamente dalle tasse inglesi preferiranno in seguito affrontare i pericoli e le incognite di una guerra, che sarà la famosa rivoluzione americana del 1775-1783.

Il valore del tempo
Ascoltiamo ancora padre Abramo!
“Ma se amate la vita - come dice ancora il povero Riccardo - non buttate via il tempo perché è di questa stoffa che è intessuta la vita. Dormiamo molto più del necessario, dimenticando che la volpe dormigliona non prende polli e che per dormire ci sarà tempo a iosa nella fossa, come dice il povero Riccardo. Se il tempo fosse la cosa più preziosa, perdere tempo sarebbe il più grosso sperpero perché, come ci dice il povero Riccardo da qualche parte, il tempo perduto non si ritrova più e ciò che chiamiamo “tempo sufficiente”si rivela sempre poco sufficiente. Mettiamoci dunque al lavoro, muoviamoci per raggiungere lo scopo; così con la nostra diligenza faremo di più e con meno fatica. L’ozio rende tutte le cose difficili, l’impegno le rende tutte facili… e chi si alza tardi deve correre tutto il giorno ed è costretto, con pena, a finire di notte il suo lavoro. E infatti la pigrizia viaggia così lenta che la povertà subito la raggiunge, come leggiamo nel povero Riccardo che aggiunge: domina i tuoi affari, non lasciarti dominare da loro; e anche: presto a letto e presto alzato fa l’uomo sano, ricco, assennato”.

La frugalità e il risparmio
Gli inviti alla laboriosità sono continui e inesauribili, ma ad un certo punto padre Abramo affronta un altro tema: quello dell’economia e del risparmio. Ascoltiamolo…
“ Questo, amici cari, per quanto riguarda l’operosità e la cura dei propri affari, ma dobbiamo aggiungere l’economia, se vogliamo trarre maggior profitto dalla nostra operosità. Se non sa come conservare ciò che ha guadagnato, un uomo può lavorare senza tregua tutta la vita e morire senza lasciare un groat (moneta di un terzo di scellino)……
Se volete essere ricchi - dice Riccardo in un altro almanacco - preoccupatevi di risparmiare con lo stesso impegno con cui spendete: le Indie (quelle occidentali, cioè l’America) non hanno arricchito la Spagna perché le sue spese sono state superiori ai guadagni. Rinunciate dunque alle follie dispendiose e non avrete più tanti motivi per piagnucolare sui tempi difficili, sulle esose tasse e sulla suocera a carico; infatti - come dice il povero Riccardo - donne e vino, gioco e sogni fanno poca la ricchezza e tanti i bisogni….
Siete qui riuniti per questa vendita di orpelli e cianfrusaglie. Li chiamate beni ma, se non state attenti, per alcuni di voi si trasformeranno in svantaggi. Voi vi aspettate che vengano venduti a buon prezzo e si può credere che possano essere acquistati a un prezzo migliore di quanto realmente valgano; ma, se non avrete l’occasione di servirvene, certo per voi sono cari. Ricordate che cosa dice il povero Riccardo: comperate ciò che non vi serve e presto dovrete vendere ciò che vi è necessario. Ancora: davanti ad una spesa da poco pensateci su. Ciò vuole dire che forse il prezzo vantaggioso è solo un’apparenza, non la realtà….
Molti, per la loro brama di abiti sgargianti e per tutto il resto, hanno finito per girare con la pancia vuota e hanno quasi fatto morir di fame la famiglia; sete e satin, stoffe scarlatte e velluti - come dice Riccardo - spengono il fuoco del focolare…..”

L’articolo prosegue con molti altri suggerimenti di grande saggezza fino alla fine del discorso di padre Abramo.

Conclusione a sorpresa
Curiosa è la parte finale dello scritto. Leggiamola!

“Così il vecchio concluse la sua arringa. La gente lo aveva ascoltato ed approvava i suoi principi e immediatamente mise in pratica il contrario, proprio come se fosse stato il solito predicozzo: la vendita ebbe inizio e tutti cominciarono a comperare in modo caotico e irragionevole, malgrado tutti gli avvertimenti e pur con la paura delle tasse.
Io vidi che il buon uomo (padre Abramo) aveva studiato bene i miei almanacchi, che aveva assimilato tutto ciò che avevo esposto nel corso di venticinque anni… La mia vanità ne era straordinariamente accarezzata, pur se ero consapevole che neppure la decima parte del senno che mi attribuiva era del tutto mia, ma il resto era piuttosto il frutto della ricerca che avevo compiuta nel buon senso di tutte le epoche e di tutte le nazioni.
In ogni modo decisi di reagire meglio degli altri…e, benché all’inizio fossi deciso a comperare della stoffa per un nuovo cappotto, me ne andai convinto ad indossare ancora un po’ quello vecchio.
Lettore, se tu volessi fare lo stesso, ne avresti un vantaggio pari al mio.
Come sempre, al tuo servizio, il tuo Richard Saunders, 7 luglio 1757.”


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