Parole e significati: Ancien Régime


Gli storici intendono con “Ancien Régime” l’organizzazione sociale, politica, economica presente nella Francia del ‘700. In questo periodo la Francia è un grande stato di 20 – 25 milioni di abitanti, governato da una classe politica che ruota attorno alla figura di un monarca assoluto, che dopo i fasti del più famoso re assoluto, cioè Luigi XIV, va incontro ad una serie di difficoltà da cui verrà travolto a fine secolo con uno dei più violenti rivolgimenti della storia europea, la Rivoluzione Francese.


L’ Ancien Régime è un sistema costituito dal caotico intreccio di elementi politico-sociali-economici eterogenei, spesso in contraddizione fra di loro, che si sono accumulati nel corso della storia in modo disorganico. La loro eterogeneità deriva dalla loro diversa provenienza storica.
 Alcuni sono i residui del lontano passato medioevale della Francia, come i grandi privilegi della nobiltà e della Chiesa o la frammentarietà del territorio: ogni regione francese ha il suo dialetto, i suoi particolari costumi, il suo sistema di leggi e di tasse, la sue unità di misura.
 Altri provengono dal più recente processo organizzativo della “monarchia assoluta”, iniziato alla fine del Medio Evo e culminato a fine ‘600 con il Re Sole, Luigi XIV.




Com’è la società francese del ‘700?
Nell’ Ancien Régime è inquadrata in ordini: per ordine o stato o rango si intende un gruppo sociale ben diverso dalle attuali classi sociali, in cui è possibile la mobilità da una classe all’altra (ossia il passaggio per esempio da una classe inferiore ad una superiore), ma si intende un gruppo chiuso e rigido:
1. è difficile passare da un ordine all’altro, cioè vi è scarsa mobilità sociale,
2. in base all’ordine mutano le leggi da rispettare ed i tribunali cui si è sottoposti, le tasse da pagare o da non pagare, la cultura, lo stile di vita...
Infatti la società è divisa in tre ordini: due privilegiati – nobiltà e clero - e uno non privilegiato – il cosiddetto terzo stato comprendente tutti quanti non sono né nobili né ecclesiastici -.
Nel ‘700 il sistema degli ordini, proveniente dal Medio Evo, è superato, poiché dal numeroso terzo stato si è staccato e si è ormai affermato un gruppo ricco e preparato, che vuole contare di più nella società: la borghesia.

Com’è cambiata l’economia?
L’economia francese del ‘700 è cambiata, come è cambiata la società.
Prevale sempre l’economia agricola e la maggioranza dei francesi è fatta di contadini; tuttavia vi è anche una ricca e dinamica economia mercantile che favorisce i ceti borghesi.
La Francia infatti ha posseduto e possiede molte colonie:
in India fino al 1763, da cui viene cacciata dall’Inghilterra,
nel Nord America: Canada e Luisiana,
nelle Antille: Guadalupa, Martinica, Haiti.
E’ quindi inserita nei grandi commerci oceanici, possiede compagnie commerciali – quindi ricchi banchieri ed imprenditori -, è riuscita a sviluppare industrie estrattive (miniere), metallurgiche, cantieristiche (navi), tessili e numerose attività artigianali (famosi sono i prodotti di lusso francesi).
La stessa agricoltura nel ‘700 è stimolata dall’aumento demografico: con l’aumento della popolazione aumenta la domanda di cibo ed anche il valore dei terreni e dei prodotti agricoli, secondo la ben nota legge della domanda e dell’offerta.
La ricchezza, però, non rispecchia il criterio dei 3 ordini, ma è trasversale ai ceti privilegiati e non privilegiati:
sono ricchi sia l’alta nobiltà, sia l’alto clero, sia l’alta borghesia;
sono poveri i nobili decaduti, il basso clero, i ceti umili del terzo stato, come contadini ed operai;
vi è un ceto medio di artigiani e commercianti: la piccola borghesia del terzo stato non assimilabile né ai contadini, né al popolo urbano.
Il mantenimento di vecchi costumi e l’emergere di nuove ricchezze creano odi e forti rivalità fra i gruppi sociali: spesso il nobile di antica ricchezza, per la sua vita dispendiosa, s’indebita con il mercante borghese ricco, che dispone di mezzi di vita ben più ampi di quelli di certa nobiltà; oppure i “nobili di toga” – i giudici dei tribunali -, che hanno ottenuto titoli nobiliari da poche generazioni, non sempre sono ammessi a corte, a differenza dei “nobili di spada” provenienti da famiglie di antichissima nobiltà.
In conclusione l’ancien régime presenta troppe discrepanze e ciò provoca non pochi malcontenti nella società francese.

Com’è organizzata la monarchia assoluta?
Nella monarchia assoluta il potere politico è accentrato nella figura del Re: un’autorità assoluta, non dipendente da altri poteri, unica, indivisibile, voluta da Dio. Secondo il diritto divino della monarchia, la suprema volontà di Dio avrebbe concesso a tutte le dinastie regnanti francesi – Capetingi, Valois, Borboni – la sovranità, cioè il potere incontrastato di imporre leggi a tutti i francesi: nobili e non nobili, privilegiati e non privilegiati.
Il Re è il garante unico della giustizia.
Il Re è la fonte del diritto: emette editti, cioè leggi, imposte a tutta la Francia.
Il Re è l’amministratore di tutto il regno – dal centro che è Parigi alla periferia – e si serve dei suoi agenti, gli intendenti, esautorando i nobili che nel Medio Evo esercitavano pienamente il potere politico all’interno dei propri feudi.
Il Re è responsabile della pace e della guerra: decide la politica estera ed è il capo dell’esercito.
Il Re nelle sue funzioni è assistito da organi quali:
i Consigli: sorta di ministeri,
i Parlamenti: tribunali del regno,
gli Stati Generali: assemblea che riunisce i rappresentanti di nobili, clero e terzo stato e che svolge solo attività di consultazione.
Per amministrare un vasto territorio, come la Francia, occorre un imponente apparato di funzionari, agenti, dipendenti regi – cioè la burocrazia – i quali sono sempre più numerosi e più costosi, anche se sono poco efficienti: nel ‘700 l‘assolutismo è ancora imperfetto e permangono molte strutture legate ai poteri locali.
I funzionari regi sono laureati in legge, esperti di finanza ed economia, tecnici militari: uomini con precise competenze e provenienti in genere dai ceti borghesi; restano invece appannaggio della nobiltà – la famosa nobiltà di spada – altre funzioni, come gli alti gradi dell’esercito o le cariche di corte (ciambellani, cortigiani..).

Come funziona l’amministrazione?
In modo caotico, poiché la Francia non ha ancora confini precisi, specie nell’area renana: essa è divisa in una miriade di circoscrizioni, come diocesi, baliaggi, siniscalchie, generalità... – tutti residui del lontano feudalesimo -. Inoltre è divisa in grandi regioni, dette province o paesi: ognuna di esse ha linguaggi, costumi, sistemi fiscali, sistemi di pesi e misure, sistemi di monete suoi propri: su tutto ciò il potere regio si è solo sovrapposto, senza una organica riorganizzazione. Tali regioni si dividono in paesi di elezione, dove è più forte l’autorità del Re, ed in paesi di stato più autonomi e con organi propri.

Come funziona la giustizia?
Male, come un insieme di incoerenza e di ingiustizia.
Non vi è omogeneità fra i tribunali: esistono tribunali particolari per i gruppi privilegiati di nobiltà e clero, distinti dai tribunali comuni per il terzo stato.
Inoltre i nobili esercitano ancora certe forme di giustizia – le giustizie signorili – all’interno dei loro antichi feudi.
I Parlamenti, ossia gli organi giudiziari dislocati in tutta la Francia, sono spesse volte in competizione con la Corona, aumentando il caos generale di questo sistema assolutistico ancora poco efficiente e poco organizzato.

Conclusione
Tutto si presenta come un groviglio di istituzioni vecchie e nuove, che si accavallano e si contrastano, quasi apposta, per non far funzionare lo stato.
Nel 1789 con lo scoppio della Rivoluzione Francese si compirà la fine dell’ancien régime e si costituirà una nuova Francia.
Gli studiosi hanno visto nel crollo dell’ancien régime una svolta decisiva della storia europea; infatti la Rivoluzione Francese è un evento di straordinario rilievo, che rappresenta il passaggio dalla cosiddetta Età Moderna a quella definita Età Contemporanea.


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