L’angolo di Andrea: FREUD - Coca e cocaina


Chi è Andrea? E’ il nostro esperto di psicologia che ci presenta il noto studio di Freud su coca e cocaina, dandoci qualche strumento in più per comprendere la storia della coca.

L’ Erythroxylon coca, la pianta della coca, è un arbusto alto dai quattro ai sei piedi , coltivata esclusivamente in Sud America, specialmente in Perù e in Bolivia.
Le foglie vengono utilizzate come indispensabile stimolante da quasi dieci milioni di persone; vengono essiccate rapidamente, sia con l’esposizione al sole sia con il fuoco, e questa produzione su larga scala fa sì che le foglie di coca siano un importante articolo di commercio nei paesi di coltivazione.
Questa è la presentazione data da Freud delle foglie di coca nello scritto “Uber Coca” del 1884, che lo vede come uno dei primi studiosi ad occuparsi di cocaina – alcaloide contenuto nella pianta - in Europa, riportando la storia e le ricerche da quando, nella seconda parte dell’Ottocento, l´alcaloide fu isolato dalla foglia di coca.

SULLA COCA.
I conquistatori spagnoli, giunti in Perù, capirono immediatamente come la coca fosse coltivata e tenuta in grande considerazione in quel paese, inoltre come fosse strettamente legata ai costumi religiosi di quelle popolazioni.

“Vuole la leggenda che Manco Capac, figlio divino del Sole, sia disceso agli albori del tempo dalle alture del lago Titicaca, portando la luce del padre ai miseri abitanti del paese; che abbia loro insegnato la conoscenza degli dei, l’uso delle arti, e donato infine la foglia di coca, questa pianta divina che sazia gli affamati, dà forza ai deboli e fa obliare ai mortali le loro disgrazie”

La storia narra come agli inizi della storia, per la difficoltà nel reperirla, la coca fosse esclusivamente per i capi, usata solo come offerta agli dei e masticata durante le cerimonie religiose.
All’epoca della conquista spagnola, però, la sostanza era già da tempo accessibile a più persone. Gli Spagnoli la misero al bando, perché vedevano i suoi effetti come opera del diavolo, in considerazione anche dell’uso fattone nelle cerimonie religiose. Fu bandita nel congresso di Lima, perché “pagana e peccaminosa”.
L’atteggiamento cambiò, quando si comprese come le popolazioni locali avessero grosse difficoltà a eseguire i pesanti lavori nelle miniere, senza l’ingestione della coca. Per facilitare questi compiti si arrivò a distribuire ai lavoratori le foglie di coca tre o quattro volte al giorno, istituendo pause per permetterne la masticazione.
La foglia di coca è masticata quotidianamente dalle popolazioni sud-americane e un quantitativo di tre o quattro once al giorno non è ritenuto eccessivo, inoltre nel momento in cui c’è bisogno di maggiore forza si aumenta semplicemente la dose abituale.
Sotto l’influsso della coca gli Indios possono sopportare eccezionali fatiche ed eseguire lavori pesanti senza il bisogno di nutrimento e riposo adeguati; inoltre masticando coca la persona può astenersi dal mangiare per diversi giorni, senza per questo avere nessun effetto dannoso.
Turbe digestive, magrezza estrema sul piano fisico e apatia si ritrovano solo in soggetti che fanno uso smodato delle foglie di coca; mentre in coloro che la usano in quantità adeguate si ritrovano tutti quegli effetti positivi, che permettono di lavorare o fare sforzi per lunghi periodi senza bisogno di riposo e cibo.

LA COCA IN EUROPA.
In Europa la pianta di coca arrivò nel 1749; rapporti di viaggiatori diedero le prove che anche su persone non Indios le foglie fornivano gli effetti benefici.
Fu descritta da A.L de Jussien e classificata nel genere Erytroxylon.
Nel 1859 il Dottor Schuzer, portò a Vienna una partita di foglie di coca, Niemann analizzando queste foglie isolò l’alcaloide: la cocaina. Da questo momento iniziarono tutta una serie di studi riguardanti gli effetti della coca sia sugli animali sia sugli esseri umani, in condizione di malattia e non.
Però i risultati di tali ricerche furono deludenti e portarono alla convinzione che gli europei non potessero usufruire degli effetti benefici ottenuti dagli Indios.
Questi risultati si spiegarono ipotizzando una cattiva qualità dei preparati usati nelle ricerche; solo con gli esperimenti condotti da Merk si arrivò a capire che l’estrema vitalità e forza data dal masticare foglie di coca era dovuta all’alcaloide: la cocaina che si intuì potesse essere prodotta sia in America sia in Europa, ottenendo risultati benefici in trattamenti tanto dietetici quanto terapeutici.

LA COCA E GLI ANIMALI.
Partendo dal presupposto che animali di specie diverse differiscono notevolmente nelle caratteristiche chimiche che determinano la ricettività dell’organismo a sostanze estranee, lo scopo della ricerca è comprendere da un punto di vista standard come la cocaina esercita la sua azione.
Von Arpen ha sviluppato gli esperimenti più esaustivi per capire gli effetti della coca sugli animali: somministrata in piccole dosi la coca ha un effetto stimolante sul sistema nervoso, mentre a dosi maggiori la sua azione si rivela paralizzante, soprattutto negli animali a sangue freddo.
In un primo momento si determina una maggiore eccitazione del sistema nervoso, poi subentra la paralisi specie del respiro e del battito cardiaco.
Sempre negli esperimenti su animali a sangue caldo Von Arpen sottolinea come l’azione della cocaina si manifesta dapprima con una violenta agitazione psichica, portando ad eccitazione euforica e coazione maniacale al movimento, inoltre si manifestano una accelerazione del respiro, una maggiore frequenza del polso e una maggiore pressione sanguigna. L’ipotesi fatta è che la cocaina agisca principalmente sull’area vitale della midolla allungata.
Soltanto Schroff considera la cocaina un narcotico, collocandola assieme all’oppio e alla cannabis; quasi tutti gli altri autori la includono nel gruppo della caffeina.

LA COCA E L´UOMO.
Freud introduce gli studi sui rapporti fra uomo e coca, spiegando come siano stati condotti per testare gli effetti della coca sul corpo umano in buona salute. A tal proposito Freud ha utilizzato per gli esperimenti sia se stesso sia altri soggetti.
I risultati ottenuti concordano principalmente con le descrizioni del Mantegazza, che riporta modificazioni nella frequenza del polso, come sintomo più evidente, poi vi è tutta una serie di altre variazioni fisiologiche.
Secondo la descrizione di Freud, dopo la prima somministrazione di 0,05 g di cocainum muriaticu il corpo umano presenta le seguenti reazioni: “La soluzione è piuttosto viscosa...lì per lì ha un gusto amaro, cui fa seguito tutta una gamma di piacevoli sapori aromatici...dopo pochi minuti dall´ingestione della sostanza si prova una improvvisa sensazione esilarante accompagnata da una impressione di leggerezza...le labbra ed il palato sembrano avvolti da un sorta di patina; segue nelle stesse zone una sensazione di calore...nel corso del primo esperimento ho avvertito per un breve periodo alcuni effetti tossici che comunque non si sono ripresentati nelle prove successive. La respirazione era diventata più lenta e più profonda, mi sentivo stanco e assonnato: assalito da frequenti sbadigli, avvertivo anche un senso di intontimento....ma ecco dopo alcuni minuti comparire la tipica euforia cocainica”
“I medesimi segni fisici dell´azione cocainica, li ho potuti osservare anche in altri soggetti, quasi tutte persone della mia età; il sintomo più costante che si è rilevato è quello delle ripetute eruttazioni rinfrescanti... spesso al primo insorgere dell´azione cocainica, i soggetti denunciavano una sensazione intensa di calore al capo... tutto sommato gli effetti tossici della cocaina sono di breve durata e molto meno intensi di quelli prodotti da dosi attive di chinino o silicilato di sodio; sembra poi che diventino ancora più deboli dopo l´uso ripetuto della sostanza.”
Altri studi riportati da Freud sottolineano come gli effetti differiscano da soggetto e soggetto. Se prendiamo come esempio l´aumento del battito riferito al polso non tutti concordano su questo dato: per Mantegazza la coca provoca un aumento di frequenza delle pulsazioni proporzionali all´aumento del dosaggio; per Demarle e Marvand dopo un´accelerazione iniziale segue un rallentamento di lunga durata.
Questo avviene perché variano, oltre che le caratteristiche soggettive di ognuno di noi, anche le forme delle preparazioni usate per la somministrazione: da infusi caldi di coca a foglie fredde della medesima.
Assumendo una dose da 0,05 - 0,10 g si nota dopo pochi minuti una sensazione esilarante e un effetto euforico durevole, del tutto simile a quello di un individuo normale. Assente è quel senso di eccitazione che accompagna la stimolazione da alcol. Maggiore è la sensazione di autocontrollo, oltre ad avere una aumentata capacità di lavoro. Freud ipotizza che lo stato d´animo, indotto dalla coca ai suddetti dosaggi, più che a una stimolazione diretta sia dovuto alla scomparsa di quegli elementi che in uno stato di benessere generale sono responsabili della depressione.
“Si può forse anche supporre che l´euforia conseguente alle condizioni di buona salute altro non sia che la normale condizione di una corteccia cerebrale adeguatamente nutrita, che non è conscia degli organi del corpo in cui risiede.”
I sintomi più volte presentati come il meraviglioso effetto stimolante della coca compaiono durante lo stadio euforico in cui, come succede nei racconti delle popolazioni indigene, può essere condotto dalla persona che fa uso di coca un protratto e intenso lavoro mentale o fisico, senza avere sensazione di stanchezza.
Inoltre il bisogno di cibo e di sonno, che in alcuni momenti dopo uno sforzo elevato normalmente si fa sentire, è annullato. Alcune ore dopo l´assunzione non si sente il bisogno di dormire e questo non pone nessun problema all´organismo; quando l´effetto diminuisce ci si può addormentare, senza però sentire il bisogno eccessivo di riposo.
Freud stesso ha provato su di sé la maggiore efficienza nel lavoro intellettuale, la scomparsa del bisogno di sonno e della fatica mentale.
Da un suo collega ottenne la dimostrazione di come la cocaina dia forze in situazioni, in cui normalmente si dissipano molte energie, e tolga il bisogno di sonno come dimostrato in studi a scopo sperimentale. Basti ricordare quelli di Sir Robert Christison “che a settantotto anni si affaticò fino ad arrivare all´esaurimento compiendo una marcia di quindici miglia senza mangiare nulla. Dopo parecchi giorni ripetè l´impresa, con lo stesso risultato; al terzo esperimento , masticò due decigrammi di foglie di coca e riuscì a compiere il percorso senza provare la stanchezza delle prove precedenti; rientrato a casa, nonostante fosse rimasto senza cibo e bevande per nove ore, non provò alcun desiderio di mangiare o di bere e si alzò la mattina dopo freschissimo.”
Tutto ciò fa ipotizzare che gli effetti sugli europei siano paragonabili a quelli che la coca produce sugli Indios del Sud America.
L´effetto della coca, se non assunta in modo eccessivo, svanisce con gradualità e dura più a lungo se non si compie nessun lavoro muscolare pesante. Viene sottolineato come, se l´uso è moderato, la sostanza non sia dannosa per l´organismo.
Dosaggi elevati di questa sostanza causano, come scritto da Mantegazza, uno stato di aumentato benessere, accompagnato da un desiderio di completa immobilità interrotto da uno sporadico, ma impellente, bisogno di movimento.


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