Prima Guerra Mondiale, morte con i gas

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Attacco chimico ad Ypres – tavola del disegnatore Achille Beltrame -


La guerra, combattuta soprattutto in Europa ma non solo dal 1914 al 1918, è conosciuta come la “Grande Guerra” per la sua forza micidiale e distruttiva. E’ la prima volta in cui lottano stati ormai profondamente industrializzati, che dispongono di armi sempre più pericolose per l’alto livello scientifico-tecnologico raggiunto e quindi capaci di mietere un numero impressionante di vittime rispetto al passato. I belligeranti, schierati sul fronte degli Imperi Centrali (germanico, austro-ungarico e ottomano) e su quello dell’Intesa (Francia, Inghilterra, Russia e successivamente anche Italia), sono mossi da vecchi odi: rivincite nazionalistiche, come quella fra Francia e Germania; mire imperialistiche di dominio del mondo, come quelle dell’Inghilterra e della Germania; contrasti per l’espansione sui Balcani, come quelli fra Austria e Russia. In questo magma di opposti interessi ogni stato tenta contro il nemico l’attacco più fulmineo e travolgente possibile; ma tutto sembra inutile. Già alla fine del 1914 il conflitto da guerra veloce e breve si trasforma in una lunga e distruttiva guerra di logoramento, in cui tutte le risorse del paese sono impegnate a sostenere i soldati bloccati in trincee, da cui escono per attacchi tanto cruenti quanto inconcludenti. I comandanti militari per sfondare le linee nemiche non esitano a sacrificare le vite dei fanti e a ricorrere a ogni nuovo tipo di arma per sorprendere e sopraffare l’avversario.
La guerra chimica
In campo tedesco, come anche nell’altro schieramento, i militari e scienziati collaborano per trovare il mezzo con cui porre termine al massacro e trovano soluzioni sempre più tragicamente micidiali. Per questo entra in scena un chimico tedesco, Fritz Haber, personaggio tanto famoso quanto odiato dai suoi stessi colleghi per essere il padre dell’atroce guerra chimica.
Già prima del 1914 sono conosciuti i gas lacrimogeni che non sono di per sé letali, ma che prevedibilmente possono svilupparsi in strumenti chimici più efficaci e quindi più pericolosi. La geniale (per così dire) soluzione di Haber consiste nell’individuare una sostanza facile da produrre e da usare contro i nemici. La scelta cade sul cloro: un gas di color verde pallido, chimicamente meno complesso dei lacrimogeni e facile da reperire, altamente tossico, dall’odore soffocante, potente sbiancante dei colori (basti ricordare che entra nella composizione della candeggina), più denso dell’aria. Per tali caratteristiche Haber trova anche un facile modo d’impiegarlo contro i nemici: non ha bisogno di lanciarlo con granate o mezzi simili ma, poiché il cloro è più pesante dell’aria, gli basta collocarlo in bombole sistemate a terra, che vengono aperte quando il vento spira in direzione delle linee avversarie. In questo modo il gas cloro si disperde sulla superficie del terreno, formando un micidiale strato d’aria.

Belgio: Ypres
Dopo aver diretto i lavori per istallazione ben 5000 bombole lungo il fronte del Belgio, nei pressi della città di Ypres dove i tedeschi posti ad Est combattono contro i francesi schierati ad Ovest, il 22 aprile 1915 Haber ha l’occasione di dare una pratica dimostrazione dell’efficacia della sua arma. Il pomeriggio di quel giorno il vento soffia da Nord-Est in direzione delle trincee francesi, i tedeschi muniti di maschere antigas aprono le bombole di cloro e sferrano l’attacco. Gli esiti sono spaventosi: circa 15.000 francesi sono investiti dai vapori venefici del cloro, ne muoiono 5.000, altri rimarranno irrimediabilmente invalidi. Ma il conflitto non finisce, perché ai duri colpi inflitti dagli Imperi Centrali risponderà con colpi altrettanto devastanti l’Intesa.
La chimica continuerà nell’assurda rincorsa all’arma sempre più letale da parte di tutti i belligeranti: tedeschi, francesi, inglesi. Al gas cloro, che resterà la sostanza più semplice da produrre e quindi più brutale, si aggiungeranno altri composti a base di cloro come il fosgene (cloruro di carbonile) o il “gas mostarda”, conosciuto come iprite. Con questo ritorniamo alla città di Ypres che, dopo l’attacco del 1915, ne subirà il 22 luglio 1917 un altro con un nuovo aggressivo chimico – il bis(2-cloroetil)solfuro – che prenderà appunto il nome di “iprite”. E le armi chimiche verranno usate per tutta la guerra e da tutti i contendenti, provocando 1.000.000 di vittime fra morti e invalidi.

The Old Lie. La Grande Menzogna.
Con la Grande Guerra, la prima lunga guerra fra stati con pari capacità tecnologiche e industriali, avviene un cambiamento nell’immaginario collettivo degli europei traumatizzati dai cadaveri delle trincee e dall’agonia dei caduti colpiti dalle nuove armi moderne. Cadono i grandi ideali romantici dell’Ottocento dell’eroe, che si sacrifica per la libertà del suo paese e bagna con il suo sangue il suolo della patria.
Nel 1918 la fine della guerra getta i popoli europei in un angoscioso smarrimento, che poeti e scrittori inglesi, francesi, tedeschi, italiani e tanti altri sapranno esprimere in indimenticabili pagine letterarie.
Sugli orrori della guerra chimica restano memorabili i versi di un giovane poeta inglese Wilfred Owen, caduto nel 1918 sette giorni prima dell’armistizio che porrà fine al conflitto.
Nella poesia “Dulce et Decorum Est” mette in luce tutto l’orrore delle nuove guerre del Novecento, mostrando la fine assurda di un soldato colpito dai gas e nello stesso tempo l’assurdità degli antichi versi latini: “E’ dolce e bello morire per la patria”.
“Gas! Gas! Quick, boys! -An ecstasy of fumbling,
Fitting the clumsy helmets just in time;” “Il Gas! Il Gas! Svelti, Ragazzi! – Come in estasi annasparono,
infilandosi i goffi elmetti appena in tempo;
ma ci fu uno che continuava a gridare e a inciampare
dimenandosi come in mezzo alle fiamme o alla calce…
Confusamente, attraverso l’oblò di vetro appannato
e la densa luce verdastra
come in un mare verde, lo vidi annegare.
In tutti i miei sogni, davanti ai miei occhi smarriti,
si tuffa verso di me, cola giù, soffoca, annega.”
(la poesia continua dicendo che se in un orribile sogno tu potessi vedere questo soldato con i bianchi occhi contorcersi sul volto, con il sangue vomitato dai polmoni guasti di bava, perché i polmoni sono ormai “obscene as cancer”, cioè osceni come il cancro)
“…you would not tell with such high zest
To children ardent for some desperate glory,
The old Lie: Dulce et decorum est
Pro patria mori.” “… non ripeteresti con tanto compiaciuto fervore
a fanciulli ansiosi di gesta disperate,
la vecchia Menzogna: Dulce et decorum est
pro patria mori.”



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