Storia flash: II guerra mondiale


Considerazioni generali

Rispetto alla I Guerra Mondiale la Seconda è molto più complessa e avanzata tecnologicamente, tuttavia nell’immaginario collettivo fra le due guerre, avvenute nei primi 50 anni del Novecento, quella detta la “Grande Guerra” è la prima; con il passaggio dall’Ottocento al Novecento è stato tale lo sconvolgimento nell’immaginario collettivo che le popolazioni hanno considerato “grande” più la prima della seconda. I paesi occidentali dopo il 1918 si sono trovati di fronte a tante novità nei costumi e nel modo di pensare che non hanno gestito con equilibrio, invece la ripresa dopo il 1945 è avvenuta in tempo breve, in un clima di democrazia.

Premessa

Nella Seconda Guerra grande peso hanno le condizioni di pace firmate a Versailles fra i vincitori – Francia, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti – e la Germania, considerata responsabile “moralmente” del conflitto e trattata con intenti punitivi. Non sono tuttavia mancati personaggi previdenti che non condivisero le scelte dei politici.
Sono assenti quegli elementi di comprensione che forse avrebbero portato a conclusioni meno disastrose e non concentrate su un solo obiettivo: abbattere la forza prepotente della Germania e non pensare all’equilibrio dell’Europa tutta.
Particolarmente desiderosa di rivincita è la Francia e il suo rappresentate Clemenceau propende per l’eliminazione della superiorità militare dei tedeschi e i insiste sulle pesanti riparazioni di guerra a loro imposte.

Reazioni della Germania

La Germania si trova punita con la riduzione dei suoi territori, con la smilitarizzazione per cui dispone di un piccolo contingente di soldati, con la depressione economica causata dai forti indennizzi di guerra. Questa situazione dopo la crisi economica del 1929 – Wall Street Crash - provoca la reazione dei tedeschi umiliati dal difficile dopo guerra. Su questo fa leva il nazismo di Hitler, che ha successo perché non rispetta i trattati di Versailles e procede ad occupare territori come l’Austria e i monti Sudeti in Cecoslovacchia, fino ad arrivare al fatto scatenante la guerra: l’aggressione della Polonia nel ’39.

Polonia aggredita e sopraffatta

L’aggressione è preparata con un accordo fra alleati politicamente incompatibili: la Russia sovietica e la Germania nazista. I polacchi sono invasi ad Ovest dalle truppe tedesche che provocano l’immediato l’intervento della Gran Bretagna e della Francia che sostengono la Polonia, anche se con un intervento tardivo. I polacchi sono travolti dall’aviazione, dalle unità corazzare – i Panzer -, dalla fanteria motorizzata tedesche; sono in parte annessi direttamente alla Germania e in parte dipendenti dal Reich tedesco.
Ad Est è occupata dall’Armata Rossa della Russia ed annessa all’Unione Sovietica; i russi eliminano la possibile classe dirigente: molti ufficiali vengono uccisi e gettati nelle fosse di Katyn, altri sono deportati nei campi di concentramento, i Gulag sovietici. In breve sono incorporati nell’Unione Sovietica anche Lituania, Lettonia ed Estonia, mentre resiste accanitamente la Finlandia.

Invincibilità dei tedeschi

A favore dell’annientato governo polacco intervengono Francia e Inghilterra: scoppia la guerra. All’inizio vale l’invincibilità della Wehrmacht, l’esercito dei tedeschi, i quali con l’uso combinato aereo - carro armato riescono nella guerra-lampo, la Blitzkrieg.
Nel ’40 la Germania attacca la Danimarca che si arrende e la Norvegia che reagisce coraggiosamente e solo in un secondo tempo formerà un governo “collaborazionista”, quello del politico Quisling. La Svezia è neutrale e non ostacola i tedeschi. Per la Germania il controllo dei paesi scandinavi è fondamentale, perché vanifica qualsiasi blocco navale inglese nel Mare del Nord e offre basi navali ed aeree ai tedeschi. Questi in seguito procedono all’attacco di Olanda e Belgio per poi rivolgersi alla Francia, nel 1940.

Francia in ginocchio

Francesi e tedeschi, in un primo tempo, sono impegnati in scontri limitati: il fronte è quasi immobilizzato, ma quando i tedeschi attaccano con mezzi motorizzati e carri armati ottengono il crollo del nemico. Anche un contingente inglese interviene in aiuto dei francesi, ma la rotta è inevitabile e i soldati inglesi si ritirano dalle spiagge di Dunkerque.
Il governo francese, sconfitto, accetta un armistizio che divide in due parti il paese: quella a Nord con Parigi, controllata direttamente dai tedeschi; l’altra non occupata, ma sempre dipendente, sotto il governo di un vecchio eroe di guerra, il maresciallo Petain. Si tratta del governo di Vichy, che è considerato dai nemici dei tedeschi “collaborazionista”: termine negativo usato dagli anti-nazisti, come detto sopra per il norvegese Quisling. C’è infatti una terza Francia, la Francia Libera del generale De Gaulle, che dall’esilio a Londra incoraggia la resistenza per combattere a fianco dell’Inghilterra. Quest’ultima non accetta nessun accordo con i tedeschi.

Gran Bretagna in difficoltà

Occupata la Francia segue l’attacco alla Gran Bretagna: il piano tedesco Leone Marino – invasione dell’Inghilterra – viene accantonato per le difficoltà presentate.
Si combatte allora per aria con la durissima offensiva aerea fra il ’40 ed il ‘41: sono bombardate le città inglesi e le strutture industriali. E’ la Battaglia d’Inghilterra: la Luftwaffe tedesca contro la RAF inglese, che oppone una resistenza accanita ed efficace. Nel governo inglese il conservatore Churchill, irriducibile nemico di Hitler, spinge a una resistenza illimitata e cerca l’appoggio degli Stati Uniti non ancora in guerra.
Gli Stati Uniti neutrali, non avendo dichiarato guerra alla Germania, per sostenere gli inglesi varano la legge “Affitti e Prestiti”, un accordo particolare che evita di parlare esplicitamente di alleanza militare anglo-americana. Si impegnano a rifornire di materiale bellico e cibo l’Inghilterra, per questo nell’Atlantico operano i tedeschi che con gruppi di sottomarini – i branchi di lupi – tentano di bloccare i collegamenti fra Gran Bretagna e Stati Uniti.
La Gran Bretagna, rimasta ad affrontare le potenze dell’Asse da sola, continua le trattative con gli Stati Uniti – già impegnati con la legge “Affitti e Prestiti” – e nel 1941 firma l’accordo di Terranova o la Carta Atlantica. I capi politici dei due paesi, Roosevelt e Churchill, si impegnano a lottare fino alla distruzione del nazismo, pensano ad un nuovo ordine mondiale fondato sulla democrazia e sul libero commercio.

La guerra parallela dell’Italia

Per via di accordi fra stati con gli stessi regimi dittatoriali, si è costituito l’Asse Roma-Berlino-Tokyo, ossia l’alleanza fra Italia, Germania e Giappone.
Nel 1940 Mussolini, capo politico dell’Italia, con un esercito impreparato entra in guerra con la Francia perdendo, ma grazie all’alleato tedesco occupa alcune aree del confine francese.
Nel Mediterraneo si affrontano inglesi e italiani: la flotta italiana è attaccata a sorpresa da aerosiluranti inglesi nel porto di Taranto e viene in gran parte distrutta – L’attacco a sorpresa sarà preso a modello dai Giapponesi per Pearl Harbor -. La marina italiana, che è la migliore delle armi di Mussolini, è però tecnicamente arretrata – senza radar, senza portaerei -; fa fatica a misurarsi con gli Inglesi.
In seguito, con una guerra parallela, Mussolini attacca la Grecia: inizia la guerra nei Balcani, in cui da tempo l’Italia segue una politica di espansione; la Grecia reagisce e blocca l’esercito italiano che ripiega in Albania. Deve intervenire il forte alleato tedesco che occupa la Jugoslavia, vince la Grecia e caccia l’Inghilterra da Creta.

Altri rovesci degli italiani e aiuti dei tedeschi

Scoppia la guerra nel Nord Africa, ossia in Etiopia e in Libia dove gli italiani si scontrano con gli inglesi stanziati in Egitto. Tuttavia nel ’41 l’Italia sconfitta, nonostante la strenua resistenza all’Amba Alagi, perde le sue colonie nell’Africa orientale - Etiopia, Eritrea, Somalia -.
In Libia, dove la guerra non è favorevole all’Italia, la Germania interviene in aiuto dell’alleato italiano: invia l’Africa Korps, forze corazzate del generale Rommel, che in un primo tempo cambiano le sorti del conflitto.

La guerra si estende ad Est

Nel ’41 Hitler, anziché completare la lotta nei Balcani ed in Africa per puntare sul Medio Oriente contro gli inglesi, sospende la battaglia d’Inghilterra e dà inizio all’operazione Barbarossa, ossia all’attacco della Russia, sua ex alleata e ora avversaria.
Dal giugno del ’41 alla fine del ’42 i tedeschi riescono nella guerra-lampo con l’uso combinato di aviazione, carri armati e fanterie motorizzate. In più dispongono di un imponente schieramento di militari provenienti dall’Italia e dalle aree annesse e controllate con le precedenti vittorie, come dai Balcani. I tedeschi procedono verso Leningrado, Mosca, in direzione dei campi di petrolio del Caucaso.
L’Armata Rossa, travolta, spinge il suo capo politico – Stalin - ad avvicinarsi alle potenze dell’Inghilterra e degli Stati Uniti, quindi gli Alleati – Gran Bretagna e Stati Uniti – comprendono anche la Russia.

Fine della guerra-lampo tedesca

Nel ’42 è già fallita, per il gelo invernale, l’offensiva contro Mosca. La Wermacht – esercito tedesco - si arresta; i russi, da parte loro, si rafforzano impiantando fabbriche militari in Siberia, area troppo lontana per essere colpita dagli aerei tedeschi.
Il fronte da Leningrado, sottoposta a lungo assedio, a Stalingrado è troppo esteso per essere dominato dai tedeschi: dopo l’inverno con la ripresa della campagna militare di Russia, che ha come obiettivo proprio Stalingrado, l’andamento della guerra cambia profondamente. Nella città fra russi e tedeschi si lotta con accanimento, casa dopo casa; il generale tedesco Von Paulus è costretto ad arrendersi, con grande rabbia di Hitler. I tedeschi, e anche gli alleati italiani soggetti a molte perdite, devono passare alla ritirata, mentre i russi d’ora in poi iniziano un’offensiva che si concluderà in Germania.
Anche in Africa la situazione cambia: nonostante le forze corazzate del generale Rommel, che si trovano in difficoltà per mancanza di carburante e di rifornimenti, i tedeschi e gli italiani non raggiungono il loro obiettivo, Alessandria d’Egitto. Con la battaglia di El Alamein, gli inglesi li cacciano definitivamente. Da questo momento avviene un completo rovesciamento dei fronti.

Il Pacifico

L’intesa fra inglesi e americani diventa sempre più salda per via di un altro fronte di guerra, il Pacifico, in cui operano i giapponesi, alleati dei tedeschi. Alla fine del 1941 i giapponesi attaccano a sorpresa la base americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii, con gravi danni alla flotta degli Stati Uniti. Inizia una fase di successi e di operazioni condotte con particolare durezza da parte del Giappone che, con il suo spirito militaristico ed espansionistico, già da tempo opera nell’Estremo Oriente preoccupando l’Australia e l’America. Da parte sua il Giappone, dopo la guerra che vede impegnata la Russia, sceglie di attaccare gli Stati Uniti contrari ad un impero giapponese nel Pacifico, ma dopo gli iniziali successi anche i giapponesi vengono piegati dagli americani che con portaerei, corazzate, bombardieri, mezzi anfibi, diventano padroni dell’oceano, giungendo all’arcipelago nipponico.

La grande svolta: la controffensiva anti-tedesca

Fra la fine del ’42 e il ’43 inizia l’avanzata alleata di Gran Bretagna e Stati Uniti. Gli anglo-americani sbarcano in Marocco ed in Algeria, dove i soldati francesi di Vichy oppongono una scarsa resistenza. In seguito gli Alleati decidono di colpire l’Asse nel punto più debole – il cosiddetto ventre molle -, si tratta dello sbarco in Sicilia che spinge l’Italia a chiedere l’armistizio. Inizia il conflitto sul suolo italiano - occupato a Nord e al Centro dai tedeschi che si sentono traditi dall’ex-alleato, a sud dagli anglo-americani con cui combattono francesi, marocchini, indiani,… – che genera una serie di scontri sanguinosi. Non mancano i civili, come i partigiani della resistenza italiana in lotta non solo contro i tedeschi ma anche contro altri italiani, quelli della Repubblica di Salò, schierati con i tedeschi.
Anche sugli altri fronti crolla la Germania: come già detto, dopo Stalingrado l’Armata Rossa prende il sopravvento ed insegue i tedeschi fino in patria a Berlino, e occupa i paesi del Centro Europa.
Dal canto loro gli anglo-americani, per via della lunga guerra in Italia che termina solo nel ’45, compiono nel 1944 la grandiosa impresa dello sbarco in Normandia, liberando la Francia. D’ora in poi la Germania sarà chiusa in una morsa ad Ovest e ad Est, sarà costretta nel maggio del ’45 alla resa senza condizioni e verrà divisa in parti occupate dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dalla Russia.
Anche sul Pacifico, già a guerra finita in Europa, gli americani vincitori attendono la resa dello sconfitto Giappone. Resa incondizionata, che non viene accettata prontamente e che spinge gli Stati Uniti a sganciare due innovazioni della tecnica: le due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.

Caratteri generali

La Seconda Guerra Mondiale è una guerra totale che coinvolge tutte le risorse: economiche, militari, morali, umane.
Le popolazioni sono spesso coinvolte contro il grande esercito tedesco e là dove i tedeschi espandono il loro potere c’è chi lo accetta, ma c’è chi reagisce con un particolare tipo di guerra che è la lotta partigiana. Questa fa vittime in Italia, Francia, Grecia, Jugoslavia, Olanda,….
È necessaria una precisa coordinazione di tutte le risorse, per questo sono convocate più conferenze fra gli alleati per determinare obiettivi e collegare le diverse operazioni di guerra.
Si ricordino le ultime conferenze di Yalta e di Potsdam, dove americani, inglesi, francesi decidono il futuro del mondo discutendo, non senza disaccordi, con l’alleato russo.
Un po’ il perno di tutto sono gli Stati Uniti che con le loro industrie, che lavorano a pieno ritmo, riforniscono di materiali e di beni necessari tutti i nemici di Hitler, compresi i partigiani. Il lavoro non si esaurisce durante tutto il conflitto: in campo alleato si ha la piena occupazione dai 12 ai 60 anni, comprese le donne; in campo nazista si ricorre al lavoro forzato, che viene imposto ai paesi dominati e molto brutalmente ai cosiddetti nemici giurati, gli ebrei sfruttati fino alla morte.
Vi è una continua ricerca in campo tecnologico, che determina un notevole balzo avanti negli armamenti – vedi le V1 e V2 tedesche -, nelle conoscenze mediche, nelle comunicazioni. Gli Stati Uniti promuovono dei veri e propri programmi di ricerca e di invenzione; terribile è quello che porta alla bomba nucleare.
Nella sua durezza la Seconda Guerra Mondiale è anche una guerra di sterminio, vedi i bombardamenti terroristici sia dei tedeschi sia degli anglo-americani, sono bombardate città come Londra, Amburgo, Colonia, Dresda, Hiroshima…. La popolazione è duramente provata e viene anche soggetta alla terribile esperienza dei campi di concentramento: sono rimasti gli orrori dei lager tedeschi, dei gulag russi, dei campi giapponesi, anche se luoghi di concentramento più o meno duri sono stati preparati da tutti i belligeranti.


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