Storia flash: Germania dal 1918 alla fine della II Guerra


Nel 1918-1919 finito il II Reich, Guglielmo II è costretto ad abdicare. È sgomento il popolo tedesco che, illuso di non essere stato realmente sconfitto in battaglia, si sente umiliato. Sorge la Repubblica di Weimar voluta dai generali Ludendorff e Hidenburg, impegnati a gestire la sconfitta, e dai social-democratici impegnati per una nuova Germania.
Resta difficile operare nei disordini nati subito dopo la guerra per le iniziative dei movimenti di estrema sinistra, che si rifanno ai valori del comunismo e che confluiscono nel partito degli Spartachisti di cui fa parte Rosa Luxenburg, che verrà assassinata. Le rivolte comuniste, come quelle di Berlino e di Monaco, vengono represse con gruppi paramilitari, i cosiddetti “corpi franchi”, che i socialisti moderati usano contraddittoriamente a danno dell’ala rivoluzionaria del socialismo, quello comunista. Dall’altra parte sono molto pericolosi i violenti movimenti di estrema destra che puntano sul nazionalismo germanico, sullo spirito di rivincita, sul decadimento economico dei ceti piccolo e medio borghesi.

La Federazione democratica

Si crea una federazione democratica, formata da 25 laender, dove molta importanza ha il Bundestag – il parlamento, tipico strumento di una democrazia -. Tuttavia non vi è stabilità politica per via dei numerosi partiti, anche litigiosi, che siedono in questo parlamento eletto a suffragio universale con sistema proporzionale, cioè ogni partito ha un numero di rappresentanti in base ai cittadini che lo votano. Fra i vari orientamenti vi sono conservatori, liberali e liberal-democratici, cattolici del partito di Centro, socialisti della S.P.D. Questi partiti moderati vogliono liquidare la guerra e accettano la dura pace di Versailles che riduce la Germania a stato di secondo ordine. Costoro sono considerati “i criminali di novembre”, perché hanno inferto al paese la “pugnalata alla schiena”. Reagiscono i partiti dell’estrema destra che considerano il trattato un “Diktat”, cioè un’imposizione, e sono per il revisionismo, ossia la modificazione delle inaccettabili condizioni di pace.
La Repubblica, oltre all’importanza del parlamento, prevede come Capo dello Stato un presidente eletto a suffragio universale: dal ’19 al ’24 è il social-democratico Ebert, dopo il ’24 il militare conservatore Hidenburg. A capo del governo vi è un cancelliere e dei ministri responsabili verso il parlamento e il presidente: è un autentico sistema democratico, che dovrebbe rappresentare il volere dei cittadini, però non funziona perché non produce governi stabili.
La repubblica trova mille ostacoli per i limiti della stessa società tedesca, dove restano, cioè non sono epurati, nelle posizioni chiave dell’esercito, della burocrazia, della magistratura i rappresentanti del vecchio sistema. Inoltre deve gestire la disastrosa economia post bellica, rovinata dalla guerra e aggravata dalle esorbitanti riparazioni di guerra, volute dai vincitori come dice il su nominato “Diktat”.
Democrazia fra insidie e aiuti
Tali difficoltà mettono in discredito la Repubblica di Weimar indebolendo la democrazia, che vorrebbero liberali, democratici e socialisti, che trattano con i vincitori per stabilire soprattutto come pagare i pesanti debiti di guerra. Il Rathenau, industriale ebreo e ministro degli esteri, si accorda per pagare a rate le contestate riparazioni di guerra, ma questo crea la reazione degli ambienti di destra che nel ’22 lo assassinano. Allora la Francia occupa la ricca area dell’Ruhr, i tedeschi reagiscono con la resistenza passiva e la crisi è superata nel ’23.
L’estrema destra, nel ’23-’24, agisce contro la repubblica con un tentativo di colpo di stato, il famoso “putsch” di Hitler avvenuto a Monaco; Hitler è bloccato e imprigionato.
La situazione è più stabile con il liberal-conservatore Stresemann, industriale ebreo che dal ’23 al ’29 è favorevole ad operare in accordo con le potenze vincitrici; inoltre reprime le rivolte delle sinistre e soprattutto delle destre, come quella di Hitler.
Contemporaneamente si assiste ad una ripresa dell’economia tedesca sostenuta dagli USA con il piano del banchiere americano Dowes, che propone una triangolazione fra i paesi interessati. Le banche americane e inglesi imprestano capitali alla Germania per aiutare la sua ripresa industriale e permetterle di pagare i debiti a Francia, Belgio e Gran Bretagna. Queste ultime poi pagano i debiti contratti durante il conflitto con gli Stati Uniti. Questa è la triangolazione fra stati al di qua e al di là dell’Atlantico.

Ma giunge il Crollo di Wall Street

Tutto cambia con il 1929, cioè con la crisi dell’economia americana dovuta al crollo di Wall Street. Finisce lo spirito di collaborazione fra i vari paesi, in Germania si aggravano le difficoltà economiche e aumenta il numero dei disoccupati – fino a 6 milioni -. La democrazia si trova in una crisi difficile da superare e si rafforzano i partiti estremisti, che sfruttano il malessere dei tedeschi delusi dalla Repubblica. A destra si consolida il partito Nazional-Socialista di Hitler, che nel 1933 prende il potere e subito procede allo smantellamento della repubblica democratica per creare uno dei più duri totalitarismi.

Il totalitarismo nazista

Tutto il potere è del Führer, cioè il capo supremo: Hitler diventa Cancelliere nel ’33, cioè guida il governo, e nel ’34 Presidente della Repubblica, per cui è anche capo dell’esercito.
Per eliminare ogni partito di opposizione viene ridotta drasticamente la libertà con le “leggi eccezionali”. Inoltre, prima e dopo aver preso il potere, sono organizzate strutture paramilitari, come le SA, che poi sono brutalmente eliminate e sostituite dalle SS, le cosiddette squadre di protezione del nazismo che si impone con il terrore. Viene istituita la Gestapo, una polizia segreta che esercita un controllo brutale sulla società. Si aggiungono luoghi di repressione, i lager o campi di concentramento, per internare ed eliminare gli oppositori al nazismo, oltre che per perseguitare gli ebrei. Anche i tribunali diventano uno strumento del regime: si svolgono processi-farsa soprattutto ai danni di ebrei, considerati colpevoli indipendentemente dalle prove e bollati da un verdetto di condanna prima ancora del processo.
Sono emesse, con le leggi di Norimberga del ’35, delle disposizioni razziali con cui gli ebrei sono privati dei diritti civili e sono esclusi dagli impieghi pubblici; sono anche vietati i matrimoni misti tra ebrei e cristiani.

Miracolo in economia

Come in ogni totalitarismo, in economia vale un’impostazione dirigista nelle mani del partito e con il Fronte Tedesco del Lavoro sono eliminati i sindacati non inquadrati nel nazismo: lo stato interviene direttamente nelle vertenze lavorative e sostiene le grandi industrie che riprendono a lavorare a pieno ritmo. Le conseguenze sono positive per le attività delle fabbriche, meno per quelle dell’agricoltura.
L’economia risorge col “miracolo del riarmo” e con la ricostituzione delle forze armate: esercito, marina, aviazione. Le clausole di Versailles decadono e, con una vigorosa ripresa economica, nel ’38 viene quasi raggiunta la piena occupazione: riduzione dei disoccupati da 6 a 1 milione. Molti sono gli uomini impegnati nelle forze militari, nella creazione di opere pubbliche come autostrade, aeroporti, fortificazioni, città – vedi l’opera dell’architetto Speer -, nell’incremento industriale dei grandi gruppi Krupp e Farben.

Pangermanesimo

La Germania viene nazificata con i proclami di una propaganda martellante, con il controllo della cultura e dei giornali: l’arte non integrata è definita l’arte degenerata, inoltre si procede anche ai roghi di libri anti-nazisti.
E’ sostenuto il pangermanesimo in omaggio al nazionalismo tedesco, che prevede i valori della terra e del sangue, l’esaltazione della tradizione dei padri, la superiorità della razza baltico-ariana, l’attesa millenaristica della nuova età creata con il Terzo Reich, cioè con lo stato nazista.
Hitler che agli inizi è su posizioni anti-borghesi e anti-capitaliste, preso il potere, diventa un difensore del capitalismo, cioè si tiene lontano dal nazionalizzare le fabbriche e le banche che restano in mano ai privati. Pensa di promuovere con l’industrializzazione il benessere generale dei tedeschi e di migliorare le condizioni del popolo: mette a disposizione di quest’ultimo un fortunato prodotto della ingegneria meccanica, la famosa Volkswagen, cioè la macchina del popolo come dice il nome.

Lo spazio ad Est

Si passa alla ricerca dello “spazio vitale” ad Est, considerato necessario per il grande popolo tedesco, e si esalta la nazione con infuocati discorsi del Führer e con spettacolari raduni svolti nella città di Norimberga.
Tutti i tedeschi – industriali, borghesi, contadini, operai – sono trascinati dall’ideale pangermanico e Hitler si prepara ad una guerra non limitandosi a ricostruire un esercito forte e aggiornato secondo le recenti conquiste tecnologiche di carrarmati, aerei, navi e sottomarini, ma lancia alla conquista di un territorio comprendente la Saar, la Renania, l’Austria, i Sudeti: quello spazio vitale che porta alla Germania materie prime, uomini e manodopera.


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