Storia flash: Germania dal 1918 alla fine della II Guerra (seconda parte)


Contro una Pace Assurda

Come reazione alla dura pace del 1918 – 1919, quella di Versailles decisa da americani e soprattutto da francesi ed inglesi, la voglia di rivincita della Germania si manifesta fin dalla firma della pace stessa. I marinai tedeschi della Flotta d’Alto Mare germanica, che si trovano consegnati con le loro pregevoli navi in un’isola delle Orcadi britanniche, decidono di autoaffondarsi, indignati dalle pretese punitive dei vincitori inglesi e francesi. Questo fatto è come un primo segnale della rivincita, che lo sgomento popolo tedesco perseguirà non con la democrazia, ma con il totalitarismo di Hitler fino alla II guerra mondiale. Hitler è un po’ l’effetto della politica dei vincitori, che non lo bloccheranno per un governo moderato o che lo vedranno meno pericoloso di un altro stato, la Russia comunista.

Confini e Territori

L’espansionismo di Hitler trova in parte radici nelle umiliazioni di Versailles, cioè nei territori che la Germania vinta deve cedere secondo la volontà dei vincitori. Perde le colonie in Africa e in Oriente; soprattutto ai suoi confini orientali è cacciata da una fascia che va dal Baltico alla Bielorussia: territori sottratti durante la I guerra ai russi e ai romeni con le paci, queste imposte dai tedeschi, di Brest-Litovsk e di Bucarest.
In generale sono poco comprensibili i confini di stati vecchi e di nuovi stati, sorti dopo la I guerra, anche per le sconcertanti soluzioni territoriali stabilite dai vincitori.
Ad Est
Per la Polonia, uno stato del tutto continentale che per essere potenziato economicamente ottiene uno sbocco sul mare, si crea il cosiddetto “corridoio polacco”: una fascia di terra prussiana che da tedesca diventa polacca e che porta al mare Baltico. La Prussia tedesca più orientale rimane, per via del corridoio, separata dal corpo centrale della Germania. Sempre il corridoio comprende un attivo porto, che è una città a prevalenza tedesca: Danzica. Questa è dichiarata città libera, ossia né polacca né tedesca.
Sempre ad Est, siccome è smembrato lo sconfitto impero Austro-Ungarico formato da vari popoli di lingue diverse, un’area abitata da gente che parla tedesco, i monti Sudeti, viene inglobata nella Cecoslovacchia, nuovo stato abitato da slavi.
Ad Ovest
Si crea una situazione non priva di attriti. La Francia, affamata di ricompense, annette di nuovo l’Alsazia e la Lorena, regioni che le aveva tolte la Germania vincitrice nel 1870. Sempre la Francia pretende la smilitarizzazione dell’area del Reno, per tenere lontano l’esercito tedesco, e amministra per 15 anni la Saar, ricca di miniere di carbone, che poi con un plebiscito resterà alla Germania. Anche quando la Francia occupa la Ruhr, temendo di non ricevere dai tedeschi i previsti risarcimenti di guerra, gli abitanti della Ruhr rispettano le direttive del governo germanico.
Austria piccolo stato
Favorevole ad unirsi alla Germania è anche l’Austria, invece i vincitori la riducono ad un piccolo stato autonomo, non più il cuore del grande impero Austro-Ungarico.
Proprio cambiare questi confini, che per via di Versailles hanno mutilato la Germania, è uno dei compiti di Hitler fino al 1939, quando attacca la Polonia; dopo scoppia la guerra.
Dalla smilitarizzazione alla Wermacht e non solo
La Germania, che dal ‘700 in poi ha avuto un forte esercito secondo il modello prussiano, ha l’idea di essere stata forte sul piano militare anche nella I guerra mondiale e di questo sono convinti gli stessi vincitori, specie i francesi ed i belgi, che le impongono un esercito insignificante per un grande paese.
La I Guerra Mondiale è stata un vero laboratorio di nuove armi come corazzate, aerei, sommergibili, carri armati, tralasciando le armi chimiche e altro. I tedeschi dovrebbero tenersi lontani da ogni innovazione militare, ma in realtà, come si coglie dall’autoaffondamento della marina da guerra, i tedeschi sono molto orgogliosi della loro produzione bellica e soprattutto hanno le tecniche per armarsi sempre meglio. L’avvento di Hitler dà un’accelerazione a queste tecniche e, anche in preparazione di un’altra guerra, toglie dalle strade il gran numero di disoccupati con un massiccio programma di militarizzazione: si prepara la Wehrmacht, il forte esercito tedesco. Aumenta il numero degli uomini in divisa e lavorano a pieno ritmo le fabbriche che sfruttano il carbone e l’acciaio di regioni come la Ruhr e l’Alta Slesia. I tedeschi si dotano di armi che portano alla Blitzkrieg, la guerra-lampo che nei primi anni della seconda guerra sconcerta tutti.
Sono costituite unità corazzate di carri armati, i famosi Panzer del generale Guderian che in modo innovativo li impiega non separatamente, ma coordinandoli con truppe autotrasportate, capaci di spostamenti tanto rapidi da travolgere il nemico.
Anche l’aviazione rispetto alla precedente guerra fa notevoli passi avanti, viene formata la moderna e potente Luftwaffe con la grande competenza di Goering, asso delle passate battaglie aeree.
Non manca la marina da guerra, la Kriegsmarine erede di quella autoaffondatasi, che si dota di una grande varietà di navi, dalle potenti navi da battaglia a quelle da trasporto. Fondamentali sono i sommergibili che con il 1940, agendo “in branchi”, sono l’incubo degli inglesi che nell’Atlantico aspettano i rifornimenti provenienti dagli Stati Uniti e vedono affondare numerose navi.

Trionfi, ma…

Dato il gran numero di mezzi meccanizzati che funzionano con un combustibile, si capisce che un moderno esercito, oltre alla preparazione militare e tecnica, si deve rifornire di indispensabili materie prime come il ferro e il petrolio; non bastano le già citate risorse della Ruhr e della Slesia. Per il ferro, Hitler ricorre al buon ferro della Svezia, la quale preferisce non far guerra ai tedeschi e non essere invasa come la Norvegia e la Danimarca; circa il petrolio, gli approvvigionamenti per i tedeschi non sono facili e in molti casi molto difficili.
La potenza della Wehrmacht mostra luci, ma anche ombre che sul lungo periodo non tardano a mostrarsi.

Nei primi anni, dal ’39 alla fine del ’42, la guerra di movimento dei tedeschi è un trionfo, si va dalla Polonia alla Norvegia, ai Paesi Bassi, fino alla Francia; nel ’41 è travolta anche la grande Russia. La superiorità dei tedeschi proviene da una stretta collaborazione fra esercito di terra e aviazione. I carri armati e le truppe motorizzate operano con l’appoggio dell’aviazione, che ha un ruolo fondamentale per individuare gli schieramenti nemici e le difficoltà del territorio. Inoltre supporta utilmente le truppe nello svolgimento dei combattimenti. Tutto avviene per lo scambio d’informazioni fra forze aeree e forze terrestri, scambio possibile con sistemi radio o anche con lancio di messaggi. Questa collaborazione, già sperimentata nella guerra civile di Spagna del ’36-’39, è completamente messa a punto durante l’operazione Barbarossa, ossia la guerra alla Russia.
La superiorità bellica si mantiene su altri fronti, come in Jugoslavia e Grecia, dove intervengono i tedeschi in aiuto degli alleati italiani, che sono in difficoltà. Sempre a fianco degli italiani combattono anche in Africa, dove in Libia intervengono le divisioni corazzate dell’Afrikakorps. Qui comanda il generale Rommel, noto come “la volpe del deserto”.
Le operazioni dell’esercito germanico riguardano un’area sempre più ampia e Hitler ha realizzato il suo “nuovo ordine”. Il Reich nazista si estende su quasi tutta l’Europa: dalla Francia al Baltico molti paesi sono sotto la diretta amministrazione tedesca; nei Balcani, sconfitte la Jugoslavia e la Grecia, sorgono governi-fantoccio simpatizzanti del nazismo. La Germania ha il suo “spazio vitale” da cui attinge materie prime, risorse e uomini, che sfrutta ampiamente e impiega nello sforzo bellico.

Ma la Gran Bretagna non Cede

Dopo la guerra-lampo in Francia, nel 1940 si passa alla battaglia d’Inghilterra, ossia all’attacco alla Gran Bretagna che, sottoposta a pesanti bombardamenti, vede radere al suolo una città come Coventry. Ma anche grazie allo statista Churchill, nemico irriducibile dei nazisti, il paese reagisce con le sue capacità tecniche e produttive e con la determinazione di non cedere. Sono prodotti nuovi aerei tecnologicamente avanzati e avviene il fatale scontro fra la RAF e la Luftwaffe, ossia fra l’aviazione inglese e quella tedesca. Quest’ultima va incontro ad uno scacco e non avviene lo sbarco in Gran Bretagna: la sua posizione di isola la tiene lontana dalle mosse fulminee della Wehrmacht.
Sui mari gli inglesi mostrano la loro superiorità: nell’Atlantico dispongono di una flotta di grandi navi e del sostegno degli Stati Uniti, fornitori di rifornimenti continui. Nel Mediterraneo esercitano con navi e aerei un dominio senza contrasti: colpiscono duramente la marina dell’alleato tedesco, l’Italia di Mussolini, e ostacolano i rifornimenti alle forze di Rommel operanti in Libia.

Le Insidie della Russia

Nel 1941 Hitler compie un errore strategico. Si volge ad Est ed invia in Unione Sovietica un’armata gigantesca, dove accanto ai tedeschi si schierano gli alleati italiani e uomini dei territori conquistati: finlandesi, ungheresi, romeni e persino francesi. Con la collaudata combinazione di carri armati e aerei, la Wehrmacht penetra profondamente nel territorio, anche per la debolezza dei russi, e giunge a Leningrado, soggetta ad un terribile assedio che dura a lungo, e in prossimità di Mosca. Ma, quando giunge l’inverno russo, finisce l’avanzata fulminea dei tedeschi e anche un esercito invincibile mostra i suoi limiti. Hitler non tiene conto dei grandi spazi russi, che rendono difficili i rifornimenti a un esercito occupante, e del gelo russo, che blocca fucili e mitragliatrici, oltre a non far funzionare veicoli e carri armati. Anche la famosa efficienza germanica è smentita: i soldati tedeschi non hanno un equipaggiamento adeguato a differenza dei soldati russi dotati di cappotti rivestiti di pelliccia, di stivali di feltro comodi e riempiti di paglia, di uniformi bianche e imbottite.
Mosca è una prima battuta d’arresto, ma i tedeschi riprendono la loro avanzata e muovono verso Sud. Qui attaccano la città di Stalingrado e si trovano di fronte alla disperata resistenza dei russi: in una lotta durissima da entrambe le parti, alla fine i tedeschi si arrendono nel febbraio del ’43. Non valgono a nulla le furie di Hitler, i tedeschi non si rialzano più e sono sconfitti poi a Kursk in un decisivo scontro fra carri armati: da qui l’offensiva passa alle truppe russe. Sul fronte orientale vien fuori la forza dell’Unione Sovietica, grazie a truppe sempre rinnovate e a un’industria bellica che lavora col massimo sforzo.

Gli Alleati all’Offensiva

Fra il ’42 e il ’43 le sorti della guerra cambiano campo: l’iniziativa passa agli Alleati, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, che contemporaneamente alla Unione Sovietica pongono fine alla superiorità tedesca.
In Africa parte l’offensiva alleata con lo sbarco americano in Marocco e in Algeria e poco dopo tedeschi e italiani sono definitivamente vinti dalle forze inglesi ad El Alamein.
Dopo la sconfitta, l’Italia sconta la sua debolezza subito sfruttata dagli anglo-americani, che sbarcano in Sicilia, e si stacca dall’alleato tedesco.
La Germania nazista si trova in una situazione rovesciata: ora è esposta, sul suo territorio, agli attacchi aerei d’inglesi e americani.
Sui fronti: fra il ’43 e il ‘44 i russi avanzano inesorabili, occupano la Polonia, la Germania orientale, oltre a certi paesi dei Balcani; nel ’44 con lo sbarco in Normandia i tedeschi sono cacciati dalla Francia e si ritrovano stretti fra russi ad Est e anglo-americani ad Ovest . Nel ’45 i russi arrivano a Berlino e a Vienna; gli Alleati superano il Reno e attraversando la Germania giungono all’Elba, dove si incontrano con i soldati russi.
La Germania non può che sottomettersi ad una resa incondizionata.

Le Ultime Armi Micidialì per Vincere

Con il ’43, quando i fronti sono ancora aperti e non si vede una via di uscita, lo sforzo bellico è massimo, si salda il lavoro di militari e tecnici d’alto livello, si cerca una sinergia fra competenza militare e innovazione tecnologica che possa costringere il nemico alla resa definitiva.
Dopo il ’42 gli inglesi perfezionano le tecniche del bombardamento aereo e inviano contro il nemico velivoli capaci di colpire un bersaglio con precisione. Le città tedesche, da Lubecca a Colonia, ad Amburgo ed altre ancora sono ridotte in macerie con i bombardamenti “a tappeto” del Bomber Command- il comando di bombardieri inglese-. Inoltre gli attacchi di precisione contro industrie e punti strategici sono condotti dagli aerei americani e sono anche più dannosi per chi ha bisogno di rimpiazzare armi e mezzi necessari alla guerra. Tuttavia l’architetto tedesco Speer sa rispondere colpo su colpo e mantiene attiva la produzione bellica nazista con mille accorgimenti, con cui sposta e maschera le fabbriche o le nasconde in zone sotterranee. I bombardamenti a tappeto inglesi, invece, mirano a terrorizzare e all’inizio del ‘45, quando da Est i russi sono già sopraggiunti, il bombardamento della città di Dresda segna il picco del terrore. Si crea una tempesta di fuoco, peggio che ad Amburgo, con cui sono uccisi molti civili, che non sono minacce strategiche, ma profughi che fuggono dai russi.
Hitler, anche con un paese allo stremo, non smette di credere in armi rivoluzionarie. Entrano in azione le cosiddette “armi di rappresaglia”, come le V1 – le bombe volanti lanciate dalla Germania all’Inghilterra - e le V2 – i primi missili, famosi poi dopo la guerra – causando ancora disastri al nemico.
Hitler dispone anche di un altro notevole prodotto dell’aviazione: il veloce aereo a reazione, che surclassa gli aerei ad elica. Tuttavia Hitler non valuta opportunamente questa innovazione e la sfrutta solo quando la guerra sta finendo: un altro dei tanti errori.
L’aspetto più evidente di una guerra fra potenze industrializzate è la spinta alla invenzione voluta, ricercata e perseguita ad ogni costo.

Pace non Semplice

Nel ’45 vicino a Berlino, la Conferenza di Postdam sancisce di dividere la Germania in zone di occupazione. Le forze occupanti sono ben quattro, poiché a Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna si unisce anche la Francia; Berlino, che si trova nella zona occupata dai russi, viene divisa in quattro settori, ognuno comandato da uno dei vincitori. Le trattative durano per anni con molti strascichi: non sono semplici per i contrasti fra gli stessi vincitori. Si sta preparando un nuovo tipo di guerra: la “guerra fredda” fra Occidente – Stati Uniti ed Europa occidentale – e Unione Sovietica – Russia ed Europa orientale -.




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