Storia flash: gli Stati Uniti fra Ottocento e Novecento


Un Popolo Combattivo

Già a metà Ottocento il popolo delle 13 ex-colonie inglesi, che nel secolo precedente si è conquistato l’indipendenza dal dominio dell’Inghilterra, mostra un forte spirito combattivo, che non arretra di fronte agli ostacoli per l’occupazione di nuove terre.
Per il Texas, acquisito nel 1845 con la guerra contro il Messico, rimane leggendaria la battaglia di Alamo, in cui David Crockett e pochi texani, dopo lunga resistenza, sono sopraffatti da un nemico molto più numeroso. Si tratta di uno scontro non definitivo, ma seguito anni dopo dall’entrata del Texas nell’Unione. Per il Far West, conquistato lottando contro i nativi indiani difensori delle proprie praterie, spicca la figura del generale Custer che, solito a uccidere e distruggere gli accampamenti indiani, viene poi travolto dagli indiani stessi, nel 1875, sul fiume Little Big Horn – territorio del Montana –. Terribile destino di Custer, ma anche degli indiani, sterminati nel corso delle numerose guerre contro i nuovi occupanti.
Tuttavia negli Stati Uniti la più memorabile è la Guerra di Secessione con i suoi sanguinosi assalti frontali.

Dopoguerra e Odii

Dopo la Guerra di Secessione, terminata con la vittoria dall’Unione e dell’antischiavismo, gli USA passano un periodo difficile sia per l’assassinio del presidente Lincoln da una parte, sia dall’altra parte per la inflessibilità del partito repubblicano, dominato da “radicali” intenzionati a punire il Sud secessionista. I repubblicani come soluzione alla guerra civile scelgono non la via della riconciliazione ma quella della occupazione militare, durante la quale operano speculatori senza scrupoli, che si arricchiscono sulle terre degli stati vinti.
Anche l’emancipazione dei neri, che pure ottengono la cittadinanza e il diritto di voto, dà risultati deludenti. I neri continuano a lavorare duramente nelle piantagioni, che restano in mano ai bianchi e sono accaparrate da speculatori.
Da parte loro la classe forte dei sudisti continua a dominare e con intimidazioni costringe i neri a votare il partito democratico: partito che opera contro gli ex-schiavi e che i padroni bianchi fanno sì che mantenga un suo peso al Congresso, dove si varano le leggi degli Stati Uniti. Si crea anche una società segreta, il Ku Klux Klan, che usa la peggiore violenza e contro i neri e contro chi vuole l’abolizione dalla schiavitù.
Solo con il “compromesso del 1877”, quando repubblicani e democratici arrivano a un accordo, l’occupazione dell’esercito viene tolta dal Sud.

La Grande Industrializzazione

Finita la guerra, gli Usa vanno incontro a uno sviluppo industriale straordinario che li pongono non lontano dall’Inghilterra, il paese più industrializzato dell’Ottocento.
Le cause sono le abbondanti materie prime del paese, che si possono sfruttare grazie al continuo flusso di immigrati, fonte di semplice manodopera e anche di elementi specializzati. Circola molto denaro come testimoniano le numerose banche, senza dimenticare il ritrovamento di miniere d’oro e d’argento che, fra il 1848 e il 1880, attirano avventurieri presi dalla “febbre dell’oro”. Inoltre grande è la capacità tecnica degli americani, ottimi organizzatori d’industrie e creatori di nuovi processi produttivi.
L’industrializzazione riguarda il Nord-Est che vede aumentare la sua popolazione. Qui il governo protegge le industrie statunitensi, imponendo dazi sulle merci straniere, ed è a favore delle grandi imprese, specie quelle ferroviarie necessarie per collegare l’Atlantico col Pacifico.
Con la concentrazione di capitali e di fabbriche, le grandi industrie americane diventano veri centri di potere che eliminano le piccole industrie e dominano la società. Si formano i trust, aggregati che operano su tutto un sistema produttivo, dalla materia grezza al prodotto finale messo in vendita, e che arrivano a controllare i mercati di molti settori in clima di monopolio, ossia imponendo prezzi stabiliti secondo il loro esclusivo utile.

Trust e Leggi Antitrust

Le grandi imprese travolgono uno dei principi delle libertà americane: la libertà in economia, che favorisce l’iniziativa libera dei privati contro le imposizioni dello stato. Tuttavia la libertà di iniziativa non dovrebbe essere dissociata dalla libera concorrenza e dalla ricerca di prezzi vantaggiosi per la maggioranza della gente. Con la concorrenza più produttori – non solo i pochi dei monopoli – si adoperano per offrire ai consumatori beni che uniscono qualità e convenienza economica, ma questo non necessariamente avviene. La grande libertà nel produrre beni e servizi, che è in grado di rendere il paese sempre più prospero, non è disgiunta dagli effetti negativi del capitalismo. Non manca la prepotenza dei “robber barons”, cioè i baroni ladri dei truts che non hanno freni nello sfruttare i lavoratori con bassi salari e nel danneggiare i consumatori con alti prezzi. Già nel 1890 è emesso lo “Sherman Act”, una legge contro l’illegalità delle concentrazioni industriali che limitano la libertà dei commerci, che licenziano con troppa facilità i lavoratori; senza contare i casi di corruzione e di malaffare, propri del capitalismo aggressivo. La legge Sherman non ha efficacia per opera dei magnati, che fanno pressione su politici e giudici: sono le famose lobbies.
E’ forte il partito repubblicano che ben rappresenta i grandi ricchi, ma all’inizio del ‘900 – nella cosiddetta “era progressista”- si sente il bisogno di maggiore giustizia. Il presidente Theodore Roosevelt, repubblicano con intenti di riformare il partito, cerca di porre l’economia entro precisi limiti di legge e riconosce i diritti dei lavoratori sostenuti nelle vertenze di lavoro dai sindacati. Politica seguita poi da un altro presidente, non più repubblicano ma democratico, che è Woodrow Wilson.


Campagna e Città

A fine Ottocento anche l’agricoltura conosce un buon sviluppo grazie alle estese pianure dell’Ovest, utili per un popolo sempre più numeroso e collocato in una gran parte del continente nordamericano. Se all’inizio la conquista di terre ancora selvagge è in mano a speculatori ed avventurieri dai metodi violenti - come dice l’espressione “essere nel Far
West”-, nel 1862 è varata la legge sui fondi rustici detta “Homestead Act”: le nuove terre sono distribuite con più ordine e sono concesse ad agricoltori che lavorino delimitati appezzamenti per un periodo di 5 anni. Migliorano sempre più anche nuove macchine agricole, fondamentali per rendere produttive le fattorie che garantiscono l’alimentazione per la gente di città.
Sorgono grandi e belle città, dove vivono ricchi e poveri secondo il dinamico stile americano; si costruiscono grattacieli ed eleganti quartieri, ma non mancano neanche le aree povere e malsane, infestate dalla delinquenza.
La storia americana, accanto ad una classe media lavoratrice e con un certo benessere, presenta da una parte i lussi esagerati dei grandi padroni, i boss della finanza e dell’industria, e dall’altra parte gli eccessi di altri boss, quelli della malavita.

Partiti e Movimenti

Bipartitismo
Il sistema politico statunitense è bipartitico, basato sull’alternanza di 2 partiti, che secondo i voti dei cittadini sono temporaneamente alla guida del paese. Con il tempo si sono adattati alle nuove realtà e nel primo Novecento il partito repubblicano, quello contro la schiavitù durante la guerra di secessione, ha la sua base nelle popolazioni urbane, negli esponenti delle industrie e nella fiorente agricoltura del Nord; il partito democratico, quello per la schiavitù durante la guerra di secessione, ha i suoi elettori negli stati del Sud, nella gente di recente immigrazione, negli operai poco pagati e poi anche in alcuni uomini d’affari del Nord.
Movimento Populista
Negli Stati Uniti hanno scarsa fortuna nuove formazioni politiche, se si eccettua il populismo o “people’s party”, movimento presente solo per pochi anni, dopo è assorbito dal partito democratico che accoglie alcune istanze populiste. Queste nell’Ovest rispecchiano il malessere degli agricoltori dai redditi bassi, che spesso hanno debiti verso le banche e vedono poco pagati i risultati del loro lavoro. Dipendono dalle industrie conserviere, nuove imprese alimentari sorte grazie ai progressi della biologia e della chimica che, concentrate in grandi monopoli, hanno la forza di imporre i loro prezzi a chi vende le materie prime.
Sindacati
I Sindacati riguardano i poveri delle città, ossia gli operai esposti ai facili licenziamenti e sottopagati, che si uniscono nelle associazioni sindacali. Queste sono meno forti di quelle europee poiché non raccolgono una popolazione omogenea: fra gli operai vi sono neri e bianchi, due gruppi reciprocamente ostili, oltre agli immigrati divisi per i diversi paesi di provenienza. Diviene importante l’AFL – American Federation of Labor -, ma in genere i sindacati non trovano molto spazio e si concentrano su precise richieste di lavoro. Non si legano a più ampie visoni sociali, come quelle del Socialismo molto attivo nel vecchio continente, ma considerato un pericoloso elemento destabilizzante in una società dominata da chi fa soldi e odia cambiamenti radicali.
Le Suffragette
Anche le donne rivendicano un ruolo diverso dalla tradizione: studiano, svolgono i più diversi lavori, sono attive nella società oltre che nella famiglia. Come nel paese libero è importante il voto politico e gli uomini lottano per estenderlo sempre di più, anche le donne muovono le loro proteste per ottenere il suffragio, da cui sono sempre state escluse: si organizzano le manifestazioni delle suffragette.







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